venerdì 21 maggio 2021

non si puo' piu' fingere: il fotone ha una massa


i fotoni corrispondono a masse di un miliardesimo, di un miliardesimo, di un miliardesimo, di 

un miliardesimo, di un miliardesimo, di un miliardesimo di Kg = 10^-54 Kg, che viaggiano alla 

velocita' della luce: c = 299.792.458 m/s a frequenze diverse, con un'energia corrispondente 

= h(cost Plank)xv(freq). I fotoni sono alla base di collegamento tra materia (es mattoni di 

una casa con finestre a destra piene e a sinistra vuote) ed antimateria (es mattoni di una 

casa simil speculare alla prima con finestre a destra vuote e a sinistra piene) che 

incontrandosi si risolvono in onde elettromagnetiche. Quindi la massa pre-esistente dell'inizio 

dell'universo [materia oscura = MO] corrisponde a fotoni a v = 0 m/s a energia zero, oppure a 

v = prossima 0 m/s a bassissima energia (un universo molto prossimo all'estinzione).



massa pre-esistente inizio universo [MO]

l'universo che casualmente ha preceduto il nostro in cui viviamo, come gli altri che hanno 

preceduto altri universi hanno in comune fotoni a v = 0 m/s a energia = 0 J o fotoni prossimi 

allo zero J con pochissima energia, indicando che durante la loro vita la loro energia non è 

stabile se non apparentemente per il nostro piccolissimo arco di vita rispetto alla vita che puo' 

avere l'universo. Cosa significa che l'universo ad un certo punto iniziera' a degradarsi perche' 

perde la sua energia? La sua evoluzione ha portato i fotoni senza energia alla formazione di 

 elettroni, quarks, altri leptoni, bosoni e alla costituzione di atomi fondamentali per la vita 

inorganica e organica. Quando i singoli atomi presenti in un universo incominceranno a 

perdere la propria identita' iniziera' il processo di estinzione delle forme di vita presenti con 

mutazioni letali e cambieranno le forme delle strutture.

[MO] = §.......................n corrispondono ad un numero imprecisato di universi estinti che 

hanno preceduto il nostro disponendosi casualmente in una dimensione cartesiana x; y; z 

con finestre spazio temporali da determinare (miliardi di miliardi di anni luce?). Non avendo 

ponti fotonici stabilizzanti le [MO] vagano nello spazio e nel tempo a ridottissima velocita' e 

solo casualmente si incontreranno, e si accavalleranno raggiungendo pesi di compressione 

incalcolabili e generare un nuovo universo.


Le due masse [MO-mo*] = a e [MO-mo°] = b corrispondono ai fotoni mobili a = z^x e b = z^y 

all'impatto o compressione delle MO si determina un impulso: I = Fx(t>0 sec); considerando 

le masse mobili a-b allo stato solido, sotto impulso si espandono come un gas tipo ideale-

reale con pressione e volume in crescita/secondo:

(Pf-Pi)x(Vf-Vi)=n(moli f- moli i)xRx(Tf-Ti)/10^-n secondi......quindi ad ogni milionesimo o 

miliardesimo di miliardesimo di secondo passati dopo l'impatto o compressione delle MO 

ottenendo le masse attive di a-b, aumenterebbe la pressione e il volume e le moli fotoni 

mobili dell'universo iniziale, mentre al tempo iniziale t>0 sec la temperatura T è massima 

come la velocita' iniziale dei fotoni che (con un'accelerazione altissima) da v = 0 m/s a c = 

299792458 m/s, imprime la sua massima energia ai fotoni a energia zero. Non solo le masse 

attive a-b con massima energia dei fotoni con v = c, all'inizio della formazione dell'universo 

generano due strutture simmetriche di zone dense e non dense ad opposte densita' come 

una tavola bande nere e bianche [(bande nere = materia (A) e bande bianche = antimateria 

(B)], ed in tempi di miliardesimo, di miliardesimo di secondo i fotoni passano da una zona 

densa A ad una zona non densa A e viceversa. Cosi' i fotoni passano da una zona densa B 

ad una non densa B e viceversa; l'incontro di queste due strutture portera' le zone dense di A 

ad occupare le zone non dense di B e le zone dense di B ad occupare le zone non dense di 

A; e nel tempo T° non esistono piu' zone meno dense in A e B e i fotoni di A e B non possono 

piu' fluire delle zone dense di A e B a causa della presenza dei fotoni di A e B che 

occupavano precedentemente di T° le zone dense A e B; di conseguenza per mantenere la 

loro energia tutti i fotoni occupanti le zone dense e non dense di A e B abbandonano la 

struttura simmetrica (pro-particella atomica di materia e antimateria) a v = c a determinate 

frequenze.