lunedì 29 giugno 2020

Interpretazione degli ipotetici microstati nelle particelle elementari.






All'inizio del nostro universo, altri possibili universi estinti con la presenza di fotoni a v = 0 m/s ripartiti a diverse concentrazioni come materia oscura: galassie e percorso fotoni intra ed extra galattici ecc - ed in una finestra spazio-temporale da determinare - galassie estinte della materia oscura spinte ad avvicinarsi a causa della presenza di nuovi universi privi di energia che si aggiungono alla materia oscura – con energia gravitazionale maggiore di zero ( Eg = GMm/d>0 ) determinano un impulso:
I = Fx(delta)t = Fx(t2-t1) = (mv2-mv1); l'impatto è paragonabile all'azione di un cannone che mette in movimento un numero altissimo di fotoni che acquistano energia massima: E = mxc^2. La densita' dei fotoni nei primi istanti di vita del nostro universo è altissima con infiniti urti tra di loro.
I fotoni nel loro percorso compiono un lavoro condizionato dal tempo esprimendosi in una potenza P° = lavoro/tempo con tempo prossimo allo zero corrispondente a T° = tempo inizio universo, la potenza di ogni fotone spinto dall'impulso I è prossima all'infinito. La teoria del Big Bang ipotizza che sono passati 13,8 miliardi di anni dall'inizio dell'universo, quindi la potenza P° dovrebbe essere diminuita:
P(attuale) = lavoro/13,8 miliardi di anni, quindi P(attuale)<<<P°......ma è stato compiuto lavoro per 13,8 miliardi di anni:

3x10^8 m:1 sec = x:13,8x10^9x3,2x10^7 sec
indica il percorso che compie un fotone in 1 sec e dai secondi ottenuti in 13,8 miliardi di anni ottengo i metri percorsi da un fotone per it tempo prima indicato

x = 1,4x10^24 m percorsi da un fotone in 13,8 miliardi di anni
P = 10^-54 N(massa del fotone)x(1,4x10^24m)/44,16x10^16 sec
P = 3,17x10^-48 J/s(Watt) per fotone

N.B. Discrepanza tra la velocita' della luce pari a 3x10^8 m/s e la velocita' ottenuta dividendo lo spazio percorso in 13,8 miliardi di anni da un fotone e tempo percorso, segue:
1,4x10^24 m/44,16x10^16 sec = 0,0317x10^8 m/s con riduzione dell'1,023% della c; quindi il fotone ha perso quella sua energia in 13,8 miliardi di anni? Da un semplice calcolo risulta che tra
13,48x10^11 miliardi di anni il fotone perderebbe la sua totale energia e raggiungerebbe v = 0 m/s e si estingue il nostro universo: tutto cio' è attendibile? Come esempio della perdita di energia del fotone nel tempo, sappiamo che la luce impiega 8,33 minuti per percorrere il passaggio dal Sole alla Terra; mentre con una riduzione di energia dell'1,023 % del fotone quest'ultimo impiega 78,8 minuti per percorrere i 150 milioni di km che distanziano tra il sole e la Terra: è attendibile?
N.B. La discrepanza sopra indicata potrebbe essere rivalutata ottenendo l'energia di un fotone con la massima frequenza = 30 Hz con E = hxfrequenza; moltiplicando il tempo percorso in 13,8 miliardi di anni per la frequenza massima/ sec otterrei l'energia totale di un fotone:
44,16x10^16 secx30 Hz = 1,325x10^19 J per fotone

E = m(fotone)xv^2 = 1,325x10^19 J = 10^-54 Nxv^2
v = (1,325x10^19 J/10^-54 N)^1/2
v = (1,325x10^73 m/s)^1/2 = 3,64x10^36 m/s diversissima dalla c, ma comprensibile perche' è stata calcolata l'energia come se la massima frequenza di 30Hz persistesse in tutto il tempo percorso dall'inizio dell'universo, MENTRE HA PERSO ENERGIA NEL TEMPO, cio' si evidenzia con l'esistenza di Hz appartenenti a caratteristici fotoni e di minor energia ai 30 Hz prima valutati, che nell'evolversi dell'universo si sono caratterizzati. Sappiamo che il fotone ha una massa = 10^-54 Kg e conosciamo la c = 3x10^8m/s; quindi E = mxc^2 = h(Plank)xfrequenza; m, h e c sono conosciuti, QUINDI SARA' L'ENERGIA A VARIARE MANTENENDO COSTANTI LA MASSA DEL FOTONE, LA VELOCITA' E LA COSTANTE DI PLANK VARIANDO LA FREQUENZA:

mxc^2/hxfrequenza = Energia.

Nell'evolversi del nostro universo il fotone si muove a frequenze diverse determinando oscillazioni energetiche, quindi esistono in diverse regioni dell'universo energie dovute a fotoni a determinata frequenza che creano densita' differenti di fotoni.



Quindi in P una quantita' di fotoni – a v = 0 m/s - sotto impulso iniziano a muoversi ed a urtarsi in tutte le direzioni, aumentando notevolmente la temperatura ed espandendosi nello spazio. Gli urti tra fotoni ad elevata energia avvengono casualmente e determinano l'esistenza di strutture dinamiche in equilibrio che sono l'equivalente delle particelle elementari strutturate in microstati con entropia

S = K(Boltzman)xlnW
Kb = 1,38x10^-23 J/K
W = numero dei microstati




                                               gluone e quark nel nucleo atomico



Una possibile rappresentazione intuitiva e logica di un microstato è che un certo numero pari di fotoni si urtino frontalmente in un tempo T1, ed un certo numero dispari di fotoni si urtino frontalmente in un tempo T2: il fotone dispari non urtandosi fuoriesce dalla struttura dinamica in equilibrio raggiungendo un'altra possibile struttura dinamica in equilibrio (particelle elementari). T1 e T2 possono avvenire nello stesso tempo o in tempi diversi in tutte le direzioni degli assi cartesiani x-y-z ed in tutte le zone-punti dei quadranti degli assi cartesiani. Una ipotetica condizione nel trasporto di colore (carica elettrica o massa) da parte dei gluoni (bosoni) che trasportano anche anti-quark anti-colore è il chiedersi come si crea l'antimateria nel nucleo. Altra condizione degli urti tra fotoni che si muovono alla velocita' della luce è che un fotone puo' essere ripetutamente colpito casualmente da piu' fotoni in sequenza, nella stessa direzione e verso che aumenterebbero la frequenza del fotone e quindi la sua energia, si genererebbero all'interno del nucleo centri di accumulo di energia; lo scontro frontale casuale tra fotoni ad alta energia – che potrebbero essere ulteriormente energizzati da fotoni ad alta energia provenienti dai centri di accumulo, muovendosi nella stessa direzione e verso – non coinvolgerebbe gli scontri con fotoni non energizzati: quest'ultimi avendo meno energia determinano una densita' inferiore (D = M/V), mentre il suo aumento è creato dalla alta energia provocata da fotoni energizzati; senza urti tra fotoni energizzati e non - (come esempio puntiamo le dita delle nostre mani una contro l'altra e invece di urtarle farle slittare negli interspazi delle dita della mano contraria, mentre una mano scorre molto piu' veloce dell'altra) - decaderebbe la struttura dinamica in equilibrio, si annichilirebbe liberando onde elettromagnetiche (fotoni ad alta frequenza e non). Quindi i gluoni che occupano il 99% del nucleo si conformerebbero in microstati per trasportare l'anticolore insieme al colore tra un quark e l'altro; nei microstati dei gluoni si costituirebbero i centri di accumuli di energia, mentre lo scontro tra fotoni ad alta energia e non avverrebbe ai limiti del gluone con il quark destinato all'annichilazione.



PERCHE' LA VEOCITA' DEL FOTONE ARRIVA A 0 METRI/SECONDO FACENDO PARTE DELLA MATERIA OSCURA? All'inizio del nostro universo o di altri universi l'impulso determinato da diverse concentrazioni della materia oscura genera tutta l'energia iniziale e massima che avra' quell'universo. Conoscendo la massa di un fotone pari a 10^-54 kg possiamo valutare, con la costante di Plank, la sua energia all'inizio dell'universo; consideriamo il tempo di impatto pari a t = 10^-10000000000 sec, E(fotone) = hxfrequenza = 6,626x10^-34 Jxsec/10^-10000000000sec(1/t). Con 1/t si indica la frequenza del fotone che all'inizio dell'universo crea la prima lunghezza d'onda da t = 0 sec a t = 10 miliardesimi di secondo. E(inziale universo) = 6,626x10^9.999.999.966 J per fotone.
La massa dell'universo osservabile è pari a 1,746x10^45 kg = al 14% dell'universo, mentre la materia ed energia oscura sarebbero presenti nelluniverso al 86% = 10,7254x10^45 kg e con buona approssimazione il peso totale dell'universo sarebbe di 1,3x10^46 kg; se dividiamo quest'ultimo peso con quello di un fotone: 1,3x10^46 kg/10^-54 kg = 1,3x10^100 fotoni costituenti il nostro universo. Se moltiplichiamo l'energia di un fotone corrispondente al tempo iniziale dell'universo
t = 10^-10000000sec, per tutti i fotoni presenti nell'universo otteniamo un'energia iniziale pari a:

a) E(iniziale universo) = 6,626x10^9.999.999.966 J per fotone
1,3x10^100 fotonix6,626x10^9.999.999.966 J = 8,6138x10^10.000.000.007 J (calcolo approssimato).
Se ci approssimiamo alla teoria del Big Bang con t = 10^-43 sec; l'energia iniziale di un fotone corrisponderebbe a E = 6,626x10^-34 Jxs/10^-43 sec(1/t) = 6,626x10^9 J per fotone; con 1/t si indica la frequenza del fotone che all'inizio dell'universo crea la prima lunghezza d'onda da t = 0 sec
a t = 10^-43 sec determinando la prima lunghezza d'onda
b) E(iniziale universo) = 1,3x10^100 fotonix6,626x10^9 J = 8,6138x10^109 J (calcolo approssimato) sara' la E iniziale dell'universo a determinare la sua evoluzione costituendo basi di strutture dinamiche in equilibrio con dimensioni diverse importanti per l'esistenza dello stesso atomo.
Osservando i calcoli approssimati di a) e b) di riscontra una notevole discrepanza energetica pari a:
8,6138x10^10.000.000.007 J/8,6138x10^109 J = 10^999.999.891 J
dalla quantita' di moto di un fotone (p) posso extrapolare la prima lunghezza d'onda formatasi all'inizio dell'universo;
utilizzando: (1) energia/c = (2) h(Plank)/ lunghezza d'onda; uguagliando
(1) = (2) segue: lunghezza d'onda = h(Plank)xc/energia
lunghezza d'onda (a) = (6,626x10^-34 Jxs) x (3x10^8 m/s)/6,626x10^9.999.999.966 J
(a) = 3x10^-9.999.999.992 m
lunghezza d'onda (b) = (6,626x10^-34 Jxs) x (3x10^8 m/s)/6,626x10^9 J
(b) = 3x10^-35 m


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