
All'inizio
del nostro universo, altri possibili universi estinti con la presenza
di fotoni a v = 0 m/s ripartiti a diverse concentrazioni come materia
oscura: galassie e percorso fotoni intra ed extra galattici ecc - ed
in una finestra spazio-temporale da determinare - galassie estinte
della materia oscura spinte ad avvicinarsi a causa della presenza di
nuovi universi privi di energia che si aggiungono alla materia
oscura – con energia gravitazionale maggiore di zero ( Eg = GMm/d>0
) determinano un impulso:
I =
Fx(delta)t = Fx(t2-t1) = (mv2-mv1); l'impatto è paragonabile
all'azione di un cannone che mette in movimento un numero altissimo
di fotoni che acquistano energia massima: E = mxc^2. La densita' dei
fotoni nei primi istanti di vita del nostro universo è altissima con
infiniti urti tra di loro.
I
fotoni nel loro percorso compiono un lavoro condizionato dal tempo
esprimendosi in una potenza P° = lavoro/tempo con tempo prossimo
allo zero corrispondente a T° = tempo inizio universo, la potenza di
ogni fotone spinto dall'impulso I è prossima all'infinito. La teoria
del Big Bang ipotizza che sono passati 13,8 miliardi di anni
dall'inizio dell'universo, quindi la potenza P° dovrebbe essere
diminuita:
P(attuale)
= lavoro/13,8 miliardi di anni, quindi P(attuale)<<<P°......ma
è stato compiuto lavoro per 13,8 miliardi di anni:
3x10^8
m:1 sec = x:13,8x10^9x3,2x10^7 sec
indica
il percorso che compie un fotone in 1 sec e dai secondi ottenuti in
13,8 miliardi di anni ottengo i metri percorsi da un fotone per it
tempo prima indicato
x =
1,4x10^24 m percorsi da un fotone in 13,8 miliardi di anni
P =
10^-54 N(massa del fotone)x(1,4x10^24m)/44,16x10^16 sec
P =
3,17x10^-48 J/s(Watt) per fotone
N.B.
Discrepanza tra la velocita' della luce pari a 3x10^8 m/s e la
velocita' ottenuta dividendo lo spazio percorso in 13,8 miliardi di
anni da un fotone e tempo percorso, segue:
1,4x10^24
m/44,16x10^16 sec = 0,0317x10^8 m/s con riduzione dell'1,023% della
c; quindi il fotone ha perso quella sua energia in 13,8 miliardi di
anni? Da un semplice calcolo risulta che tra
13,48x10^11
miliardi di anni il fotone perderebbe la sua totale energia e
raggiungerebbe v = 0 m/s e si estingue il nostro universo: tutto
cio' è attendibile? Come esempio della perdita di energia del fotone
nel tempo, sappiamo che la luce impiega 8,33 minuti per percorrere il
passaggio dal Sole alla Terra; mentre con una riduzione di energia
dell'1,023 % del fotone quest'ultimo impiega 78,8 minuti per
percorrere i 150 milioni di km che distanziano tra il sole e la
Terra: è attendibile?
N.B.
La discrepanza sopra indicata potrebbe essere rivalutata ottenendo
l'energia di un fotone con la massima frequenza = 30 Hz con E =
hxfrequenza; moltiplicando il tempo percorso in 13,8 miliardi di anni per
la frequenza massima/ sec otterrei
l'energia totale di un fotone:
44,16x10^16
secx30 Hz = 1,325x10^19 J per fotone
E =
m(fotone)xv^2 = 1,325x10^19 J = 10^-54 Nxv^2
v =
(1,325x10^19 J/10^-54 N)^1/2
v =
(1,325x10^73 m/s)^1/2 = 3,64x10^36 m/s diversissima dalla c, ma
comprensibile perche' è stata calcolata l'energia come se la massima
frequenza di 30Hz persistesse in tutto il tempo percorso dall'inizio
dell'universo, MENTRE HA PERSO ENERGIA NEL TEMPO, cio' si evidenzia
con l'esistenza di Hz appartenenti a caratteristici fotoni e di minor
energia ai 30 Hz prima valutati, che nell'evolversi dell'universo si
sono caratterizzati. Sappiamo che il fotone ha una massa = 10^-54 Kg
e conosciamo la c = 3x10^8m/s; quindi E = mxc^2 = h(Plank)xfrequenza;
m, h e c sono conosciuti, QUINDI SARA' L'ENERGIA A VARIARE
MANTENENDO COSTANTI LA MASSA DEL FOTONE, LA VELOCITA' E LA
COSTANTE DI PLANK VARIANDO LA FREQUENZA:
mxc^2/hxfrequenza
= Energia.
Nell'evolversi
del nostro universo il fotone si muove a frequenze diverse
determinando oscillazioni energetiche, quindi esistono in diverse
regioni dell'universo energie dovute a fotoni a determinata frequenza
che creano densita' differenti di fotoni.
Quindi
in P una quantita' di fotoni – a v = 0 m/s - sotto impulso iniziano
a muoversi ed a urtarsi in tutte le direzioni, aumentando
notevolmente la temperatura ed espandendosi nello spazio. Gli urti
tra fotoni ad elevata energia avvengono casualmente e determinano
l'esistenza di strutture dinamiche in equilibrio che sono
l'equivalente delle particelle elementari strutturate in microstati
con entropia
S =
K(Boltzman)xlnW
Kb =
1,38x10^-23 J/K
W =
numero dei microstati
gluone e quark nel nucleo atomico
Una
possibile rappresentazione intuitiva e logica di un microstato è che
un certo numero pari di fotoni si urtino frontalmente in un tempo T1,
ed un certo numero dispari di fotoni si urtino frontalmente in un
tempo T2: il fotone dispari non urtandosi fuoriesce dalla struttura
dinamica in equilibrio raggiungendo un'altra possibile struttura
dinamica in equilibrio (particelle elementari). T1 e T2 possono
avvenire nello stesso tempo o in tempi diversi in tutte le direzioni
degli assi cartesiani x-y-z ed in tutte le zone-punti dei quadranti
degli assi cartesiani. Una ipotetica condizione nel trasporto di
colore (carica elettrica o massa) da parte dei gluoni (bosoni) che
trasportano anche anti-quark anti-colore è il chiedersi come si
crea l'antimateria nel nucleo. Altra condizione degli urti tra fotoni
che si muovono alla velocita' della luce è che un fotone puo' essere
ripetutamente colpito casualmente da piu' fotoni in sequenza, nella
stessa direzione e verso che aumenterebbero la frequenza del fotone e
quindi la sua energia, si genererebbero all'interno del nucleo centri
di accumulo di energia; lo scontro frontale casuale tra fotoni ad
alta energia – che potrebbero essere ulteriormente energizzati da
fotoni ad alta energia provenienti dai centri di accumulo, muovendosi
nella stessa direzione e verso – non coinvolgerebbe gli scontri
con fotoni non energizzati: quest'ultimi avendo meno energia
determinano una densita' inferiore (D = M/V), mentre il suo aumento è
creato dalla alta energia provocata da fotoni energizzati; senza urti
tra fotoni energizzati e non - (come esempio puntiamo le dita delle
nostre mani una contro l'altra e invece di urtarle farle slittare
negli interspazi delle dita della mano contraria, mentre una mano
scorre molto piu' veloce dell'altra) - decaderebbe la struttura
dinamica in equilibrio, si annichilirebbe liberando onde
elettromagnetiche (fotoni ad alta frequenza e non). Quindi i gluoni
che occupano il 99% del nucleo si conformerebbero in microstati per
trasportare l'anticolore insieme al colore tra un quark e l'altro;
nei microstati dei gluoni si costituirebbero i centri di accumuli di
energia, mentre lo scontro tra fotoni ad alta energia e non
avverrebbe ai limiti del gluone con il quark destinato
all'annichilazione.
PERCHE'
LA VEOCITA' DEL FOTONE ARRIVA A 0 METRI/SECONDO FACENDO PARTE
DELLA MATERIA OSCURA? All'inizio del nostro universo o di altri
universi l'impulso determinato da diverse concentrazioni della
materia oscura genera tutta l'energia iniziale e massima che avra'
quell'universo. Conoscendo la massa di un fotone pari a 10^-54 kg
possiamo valutare, con la costante di Plank, la sua energia
all'inizio dell'universo; consideriamo il tempo di impatto pari a t =
10^-10000000000 sec, E(fotone) = hxfrequenza = 6,626x10^-34
Jxsec/10^-10000000000sec(1/t). Con 1/t si indica la frequenza del
fotone che all'inizio dell'universo crea la prima lunghezza d'onda da
t = 0 sec a t = 10 miliardesimi di secondo. E(inziale universo) =
6,626x10^9.999.999.966 J per fotone.
La
massa dell'universo osservabile è pari a 1,746x10^45 kg = al 14%
dell'universo, mentre la materia ed energia oscura sarebbero presenti
nelluniverso al 86% = 10,7254x10^45 kg e con buona approssimazione il
peso totale dell'universo sarebbe di 1,3x10^46 kg; se dividiamo
quest'ultimo peso con quello di un fotone: 1,3x10^46 kg/10^-54 kg =
1,3x10^100 fotoni costituenti il nostro universo. Se moltiplichiamo
l'energia di un fotone corrispondente al tempo iniziale dell'universo
t =
10^-10000000sec, per tutti i fotoni presenti nell'universo otteniamo
un'energia iniziale pari a:
a)
E(iniziale universo) = 6,626x10^9.999.999.966 J per fotone
1,3x10^100
fotonix6,626x10^9.999.999.966 J = 8,6138x10^10.000.000.007 J (calcolo
approssimato).
Se
ci approssimiamo alla teoria del Big Bang con t = 10^-43 sec;
l'energia iniziale di un fotone corrisponderebbe a E = 6,626x10^-34
Jxs/10^-43 sec(1/t) = 6,626x10^9 J per fotone; con 1/t si indica la
frequenza del fotone che all'inizio dell'universo crea la prima
lunghezza d'onda da t = 0 sec
a t
= 10^-43 sec determinando la prima lunghezza d'onda
b)
E(iniziale universo) = 1,3x10^100 fotonix6,626x10^9 J = 8,6138x10^109
J (calcolo approssimato) sara' la E iniziale dell'universo a
determinare la sua evoluzione costituendo basi di strutture dinamiche
in equilibrio con dimensioni diverse importanti per l'esistenza dello
stesso atomo.
Osservando
i calcoli approssimati di a) e b) di riscontra una notevole
discrepanza energetica pari a:
8,6138x10^10.000.000.007
J/8,6138x10^109 J = 10^999.999.891 J
dalla
quantita' di moto di un fotone (p) posso extrapolare la prima
lunghezza d'onda formatasi all'inizio dell'universo;
utilizzando:
(1) energia/c = (2) h(Plank)/ lunghezza d'onda; uguagliando
(1)
= (2) segue: lunghezza d'onda = h(Plank)xc/energia
lunghezza
d'onda (a) = (6,626x10^-34 Jxs) x (3x10^8 m/s)/6,626x10^9.999.999.966
J
(a) = 3x10^-9.999.999.992 m
lunghezza
d'onda (b) = (6,626x10^-34 Jxs) x (3x10^8 m/s)/6,626x10^9 J
(b) = 3x10^-35 m
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