martedì 8 dicembre 2020

NON SOLO EINSTEIN CON OSSERVAZIONI

 

La relatività rimane la teoria più accreditata per spiegare i fenomeni

fisici che osserviamo. Tuttavia la relatività, come sappiamo non si

concilia con la meccanica quantistica che spiega con estrema 

precisione le proprietà delle particelle subatomiche ma non 

considera una delle quattro forze fondamentali della natura, la 

gravità.


La meccanica quantistica si basa sul fatto che piccole parti che

compongono l’universo sono discrete o quantizzate. Le particelle

che compongono la luce, non vengono emessi in un flusso continuo

come un rivolo d’acqua ma a pacchetti, i fotoni.


Alcuni teorici hanno ipotizzato che, forse, lo stesso spazio-tempo

potrebbe esistere anche in questi blocchi quantizzati e questo, se si

rivelasse vero, potrebbe contribuire a collegare la relatività e la 

meccanica quantistica.




Einstein teorizza che la massa con la sua gravita' curva lo spazio

come la Terra curva la luce del sole, influenzando il tempo e quindi

ogni massa costruisce intorno a se un reticolo spaziotemporale:

come per la Terra, il Sole, Marte, Nettuno, la Luna, un asteroide, un

masso, un fotone. Quale puo' essere l'effetto dello spaziotemporale

di un fotone? Il fotone si asserisce, con la ricerca sperimentale di 

alcuni scienziati, avere una massa di 10^-54 Kg e i fotoni che 

consideriamo hanno una velocita' pari a: c = 299.792.458 m/s; 

consideriamo allora la c come velocita' costante della luce e il fotone

con massa inerziale (mi); e quale sarebbe la sua massa a riposo (m°)?

Dalle formule della relativita' calcoliamo la m°


mi = m°/ (1-v^2/c^2)^1/2 con v = c

m° = mi x (1-c^2/c^2)^1/2

m° = mi x (1-1)^1/2

m° = mi x 0

m° = 0


Si evidenzia una discrepanza di calcolo: ci potrebbe essere una

valutazione inefficiente: supponiamo allora che c 

non sia la velocita' costante del fotone che sia

m° = 10^-54 Kg massa del fotone a riposo e che la

sua massa in movimento (m+) sia da calcolare


m+ = m°/ (1-v^2/c^2)^1/2 con v = c

m+ = m°/ (1-1)^1/2

m+ = m°/ 0

m+ = infinito

ma la massa non a riposo di un fotone non puo' essere grande come

l'universo che sia infinito e occorrerebbe un'energia infinita per far 

muovere il fotone e il nostro universo teorizzato con il big-bang si è 

generato con un'energia definita.


sul pianeta Terra il fotone è soggetto come tutte le masse 

all'accelerazione di gravita' = 9,81 m/s^2; quindi il suo peso

 corrisponde a 9,81x10^-54 N


SPAZIO E TEMPO: CONCETTUALITA' UMANA?

Lo spazio è un concetto mentale della distanza tra due o piu' oggetti; spazio che puo' essere riempito da diverse sostanze, dando inconsistenza dello spazio come massa e privo di curvature. Lo spazio è definito dal tempo, anch'esso concetto mentale dell'uomo, per valutare il susseguirsi degli eventi che per avverarsi non necessitano del tempo, vedi la nascita dell'universo e la sua evoluzione, ma è il tempo come concetto mentale che interpreta le sequenze degli eventi senza tempo. E' la mente dell'uomo che necessita di valutare il susseguirsi degli eventi con il tempo e lo spazio....come per i 13,8 miliardi di anni dalla nascita ed evoluzione dell'universo, fino agli insignificanti ultimi 200000 anni quando una specie (Homo sapiens) umana migro' dall'Africa per espandersi nel pianeta per gestirlo e sfruttarlo come un essere superiore e divino, creando nella sua mente il concetto di spazio e di tempo.



Facciamo la seguente osservazione: misuriamo la forza di gravita' tra la Terra e un fotone:


massa Terra: 5,972x10^24 Kg

massa fotone: 10^-54 Kg

peso fotone Terra = 9,81x10^-54 N

G = 6,67x10^-11 m^3/Kgxs^2

d 1 = 3x10^8 m

d 2 = 10^5 m

d 3 = 10^3 m

d 4 = 10 m

d 5 = 1 m


a) F = 

6,67x10^-11m^3xKg^-1xs^-2x5,972x10^24Kgx9,81x10^-54N

(Kgxm/s^2 = N) =

= 3,9076x10^-39/9x10^16 m^2 = 4,3417x10^-55 N


b) 3,9076x10^-39/10^10 m^2 = 3,9076x10^-49 N


c) 3,9076x10^-39/10^6 m^2 = 3,9076x10^-45 N


d) 3,9076x10^-39/10^2 m^2 = 3,9076x10^-41 N


e) 3,9076x10^-39/1^2 m^2 = 3,9076x10^-40 N

approssimativamente si puo' osservare che nel giro di 1 sec il fotone avvicinandosi alla Terra subisce una forza che aumenta di quasi 2 miliardi di N

supponiamo ora che da 1 H del Sole parte 1 fotone-gravitone che raggiunge la Terra e osserviamo la forza gravitazionale di questo evento paragonando gli eventi precedenti (a,b,c,d,e percorsi complessivamente in 1 sec) :

tempo (t) distanza Sole-Terra = 499 s

accelerazione gravitazionale Sole = 274 m/s^2

499sx1g-fx10^19Hz = 4,99x10^21 g-f da 1 H

4,99x10^21 g-f/1 Hx274xmxs^-2x10^-54 Kg (peso fotone Sole) =

= 1,3672x10^-30 N peso g-f/1 H/t

1,3672x10^-30 Nx1,496x10^11 m (distanza Terra-Sole) =

2,0453x10^-19 J/t =

= 4,0987x10^-22 J/s energia g-f/1H Sole ponte fotonico S-T

importante osservazione: l'accelerazione gravitazionale solare è 27,93 volte superiore a quella terrestre, quindi il pf parte con un'energia di 4,0987x10^-22 J/s dal Sole per attenuarsi  sulla Terra con un'energia di 1,4674x10^-23 J/s

La differenza apparente tra l'energia del ponte fotonico (pf) S-T dei gravitoni di 1 H e della forza gravitazionale fra Terra e fotone, tiene conto che il pf parte da 1 H del Sole che come fonte di energia eroga gravitoni-fotoni (1) alla frequenza di 10^19 Hz in 499 s; mentre 1 fotone si trova alla distanza di 3x10^8 m dalla Terra senza valutare la sua frequenza, l'origine della fonte e il tempo percorso per raggiungere la Terra alla distanza sopra indicata: l'esempio del fotone solitario potrebbe riguardare un concetto mentale, utile come paragone ma ma non realizzabile nella realta'




EFFETTO SAGNAC.....le contraddizioni


Consideriamo un osservatore fermo in una posizione sulla

terra. Se il nostro osservatore potesse inviare due segnali 

luminosi intorno alla terra stessa, facendo compiere ai due

raggi un giro completo lungo un parallelo di riferimento,

muovendosi in due direzioni opposte, uno verso est e uno

verso ovest, per l’effetto Sagnac l’osservatore vedrebbe 

ritornare i segnali nella sua posizione in due momenti diversi.

È un’asimmetria della velocità della luce, incontrata quando i

segnali luminosi percorrono la circonferenza di un disco in

rotazione in verso contrario. Una probabile spiegazione

sarebbe che i segnali si siano mossi a velocità diverse,

percorrendo lo stesso spazio in tempi differenti.


Osservazioni:

1) i 2 raggi luminosi partono in senso orario e antiorario nel 

punto A a livello equatore

2) velocita' rotazionale equatore Terra = 463,3 m/s

3) circonferenza equatore Terra (ceT) = 4,0075x10^7 m

4) il punto A si pone sull'equatore

5) in t° = 0 sec partono i 2 raggi luminosi con v = c in senso 

orario e antiorario

6) in t = 1 sec il punto A si è spostato di 463,3 m in senso 

antiorario; allungando di 463,3 m il percorso raggio luce in 

senso antiorario; accorciando di 463,3 m il percorso raggio 

luce in senso orario

7) 4,0075x10^7 m (ceT)/299.792.458 mxs^-1 =

= 0,133675811 sec impiegati teoricamente dai 2 raggi

luminosi percorrendo l'equatore terrestre

8) 463,3 m/299.792.458 mxs^-1 =

0,000001545 sec compiuti dalla luce ad ogni 463,3 m

inerente allo spostamento al secondo di un punto fisso

basato sulla circonferenza equatoriale


a) tempo percorso raggio luminoso in senso antiorario come il 

punto A:

0,133675811 s + 0,000001545 s = 0.133677356 s

b) tempo percorso raggio luminoso in senso orario, contrario 

allo spostamento punto A:

0,133675811 s – 0.000001545 s = 0,133674266 s

a') al primo secondo partenza raggio luminoso il punto A si 

sposta nel punto A' segue AA' = +463,3 m che compiera' in 

piu' il raggio antiorario

b') al primo secondo di partenza il raggio orario anticipera' 

l'incontro del punto A in A” segue A”A = -463,3 m compiuti in 

meno nel suo percorso

ad ogni secondo percorso del punto A il raggio antiorario fara' 

un percorso maggiore (+463,3 m), mentre il raggio orario fara' 

un percorso minore (-463,3 m). L'interferometro segnera' 

apparentemente tempi diversi al passaggio dei 2 raggi 

luminosi ma la velocita' della luce rimane costante pari a c = 

299.792.458 m/s




UNA CONTRADDIZIONE SULLA RESTRIZIONE DI UNA

 LUNGHEZZA NELLA RELATIVITA'


ç = fattore di Lorentz

ç = 1/(1-v^2/c^2)^1/2 è un coefficente adimensionale utile

nell'interpretare la diltazione del tempo e la contrazione della

lunghezza


L° = lunghezza di corpo in quiete

L = lunghezza di corpo in movimento


L° = çxL

L = L°/ç =

= (1-v^2/c^2)^1/2xL° formula contrazione lunghezza

L < L°



Quando una navetta spaziale rientra nell'atmosfera terrestre,  

a122 chilometri di quota, l'attrito con le molecole d'aria

provoca un forte surriscaldamento della sua superficie

esterna, fino a 1700 gradi centigradi. Come osservatore in

quiete dalla Terra, conoscendo la L° della navetta spaziale, la

sua velocita' calcolo la sua contrazione lunghezza, ma mi

rammento che un corpo in surriscaldamento è soggetto a

dilatazione termica, in lunghezza, in superficie, in volume:


#dilatazione termica lineare:

L - L° = §xL°x(T – T°)

§ = coefficiente termico


dilatazione termica superficie:

S – S° = #xS°x(T – T°)

# = 2§


dilatazione termica volumetrica:

V – V° = &xV°x(T- T°)

# = 3§


in questa contraddizione quale procedura applico per definire

l'evento? Dal sistema di riferimento in moto l'osservatore in

quiete osserva accorciarsi l'allungamento di un corpo con 

velocita' discreta, ma mi rammento che tale evento è nella 

quotidianita' del giorno: vedo macchine e persone 

rimpicciolirsi allontanandosi dal sottoscritto, come le vedo 

ingrandire quando mi avvicinano, posso definire questo 

evento come una percezione sensoriale soggettiva, scarsa di

prove sperimentali, elaborata dalle aree associative cerebrali 

definendo l'evento. La dilatazione termica è provata

sperimentalmente e piu' soggetta a credibilita' ed esclusa da 

percezione sensoriale soggettiva.




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